Discoteca P.
Settembre 2024.
Premessa
Eravamo in zona per altri obiettivi, così abbiamo deciso di esplorare questa Discoteca che avevamo sulla mappa già da diverso tempo, ma che da sola non sarebbe valsa il viaggio.
Storia
Una discoteca nata negli anni ’70 e che è stata un punto di riferimento della zona (ma non solo), molto in voga fino alla fine degli anni ’90. Durante gli ultimi anni di attività i generi principali della discoteca diventarono il liscio e il Latino Americano. Diversi artisti famosi hanno suonato qui, come Albertino, Fargetta, Gigi D’Agostino, I Cugini di Campagna, Castellina Pasi e molte altre famose orchestre italiane. Il susseguirsi di diverse gestioni sconsiderate, unite al calo del pubblico, decretò la chiusura definitiva del locale nel 2018.
Esplorazione
Senza sapere bene cosa avremmo trovato all’interno e senza alcuna indicazione sull’ingresso, ci troviamo a circumnavigare il grande complesso, fino a trovare un passaggio di una facilità imbarazzante. Così ci troviamo subito nella pista da ballo all’aperto. La pista vera e propria è coperta da un grande gazebo che sostiene luci e casse acustiche; tutto intorno un porticato a semicerchio crea una sorta di anfiteatro con al centro un palco e la console del DJ. Le erbacce spuntano dal lastricato, cosparso di arredi ammucchiati e materiali edili qua e là. Sotto agli archi del porticato ci sono locali di servizio, bagni e una specie di vasca/fontana. Saliamo una breve scala e ci troviamo all’interno dell’edificio principale.
Gli occhi ci impiegano un po’ ad abituarsi alla nuova condizione di luce, essendo passati dal sole al buio più totale. Siamo costretti da questo momento a muoverci quasi esclusivamente con i faretti LED. Una scala ci conduce alla console rialzata del DJ di una prima pista interna, che da qui si domina completamente. Mi stupisco delle dimensioni interne del locale, davvero grande e un vero e proprio buco nero. I soffitti sono neri, i divanetti neri, il pavimento di un rosso molto molto scuro e anche gli specchi sulle pareti sono bronzati. La luce dei nostri faretti sembra essere assorbita come da una enorme spugna da tutte quelle superfici scure. Ci sono segni di passaggio di persone e mi stupisce come siano presenti ancora gli impianti luci e praticamente tutti gli arredi, senza che nessuno sia ancora venuto con dei furgoni per rubare tutto.
Scendiamo al livello della pista da ballo e curiosiamo nei locali dietro al bar, con tantissimi piatti e bicchieri ancora impilati. In direzione opposta, al termine della pista da ballo c’è una grande zona con i già citati divanetti neri e pesanti tavolini in acciaio. Oltre questi salottini c’è un’altra pista da ballo con un altro bar che la sovrasta. Dal listino prezzi stampato su un A4 attaccato con il nastro adesivo alla parete (…) vediamo che gli alcolici costavano 7€, la birra 5€ e il prosecco 3€, prezzi tutto sommato ragionevoli a mio avviso. Qui i divanetti sono ammucchiati davanti al bancone, rivestiti di un’orribile stoffa fucsia, con una fantasia tipicamente anni ’90. La postazione del DJ anche qui è rialzata e il nome del locale campeggia su delle lastre color acciaio.
Decidiamo di procedere verso l’ingresso principale della discoteca, dove a terra giace una specie di manichino senza testa e senza piedi, di fianco e sopra a poster dei Cugini di Campagna. Le protagoniste dell’entrata però sono due statue rivolte verso l’esterno, visibili dal parcheggio prospicente. Nell’atrio vero e proprio c’è un’altra statua, buttata a terra, un salottino formato da un divano, fioriere, due manichini e diverse sfere dall’effetto metallico. Ora, da foto di altri esploratori ho visto che la statua a terra era posizionata davanti alle altre due nell’ingresso. Ho provato a risollevarla e neanche si muoveva, peserà almeno un quintale. Io mi chiedo: ma questa gentaglia che sposta, spacca e imbratta, se mettesse lo stesso impegno in cose più utili, non saremmo tutti più contenti?
Dietro al bancone ci sono i locali del guardaroba con tutte le grucce per le giacche degli ospiti ancora appese a diversi livelli d’altezza. Attraversiamo nuovamente l’atrio e una porta ci conduce al corridoio che unisce gli uffici dei gestori a un mini appartamento completamente vuoto. Nell’ufficio ci sono scrivanie, armadietti e centinaia di biglietti, flyers sparsi sul pavimento. Su una parete è incorniciato un documento in cui il Comune nel 1976 accoglieva la domanda fatta dal locale per rimuovere il divieto di fumo nelle proprie sale da ballo. Una cosa davvero di altri tempi e che mi chiedo come mai valesse la pena di essere incorniciata. In una stanza attigua sono conservati decine di poster pubblicitari arrotolati per reclamizzare gli ospiti e le orchestre nelle varie serate danzanti.
Ma la discoteca non finisce qui, una scalinata ci porta al piano sottostante, dove troviamo un’area interrata grande quanto tutto il piano superiore. In particolare qui si trova una grande pista da ballo con il palco dove suonavano le orchestre, sotto un soffitto anche qui ancora completamente attrezzato con le luci. Alle spalle della pista decine e decine di divanetti e tavolini. Ai lati del palco ci sono ben due bar, dal bancone rotondeggiante bianco e rosso. Ho trovato in rete decine di video ripresi proprio in questa sala durante eventi di fine anni ’90. Esploriamo, facendoci luce con i faretti fino a trovare un corridoio che conduce a un ingresso separato, dedicato alla pista del liscio. Anche qui infatti ci sono il guardaroba e la biglietteria, più ovviamente diversi bagni. Alle pareti ci sono ancora i poster degli ultimi artisti che devono aver suonato qui nel 2018.
Risaliamo al piano superiore e scattiamo qualche altra foto alle sale e alle enormi pareti ricoperte di specchi, immaginando l’atmosfera totalmente diversa che ci doveva essere quando luci, suoni e centinaia di persone animavano il locale. Torniamo quindi alla luce del sole e lasciamo di nuovo nel silenzio questo luogo che per anni ha suonato e fatto divertire migliaia di persone.
Conclusioni
Un’esplorazione non memorabile ma piacevole, essendo rimasto stupito dalla vastità del locale. Peccato che i vandali abbiano danneggiato in parte gli ambienti ma considerando che il locale è piuttosto isolato e che è abbandonato da circa sei anni, poteva essere già ridotto molto, molto peggio. Immagino che purtroppo sia solo questione di tempo…
Le foto qui presenti risalgono a Settembre 2024.