Scarpe
Luglio 2017.
Verso il termine dell’ultima esplorazione (scorso Giugno) ho iniziato a sentire qualcosa che strisciava per terra quando sollevavo il piede destro. Il primo pensiero è che avessi pestato una qualche schifezzza che si era appicicata alla scarpa. Non sarebbe stata né la prima né l’ultima volta. Guardo e invece era la suola della scarpa antinfortunistica che si era improvvisamente scollata, dal tallone fino a metà del piede.
Fortunatamente eravamo in procinto di uscire, perchè passo dopo passo la suola ha iniziato a scollarsi sempre di più, piegandosi su se stessa e rimanendo anche sotto al piede durante la camminata. Appena fuori dall’area abbandonata la suola si è staccata del tutto; per fortuna da lì all’auto mi aspettava solo asfalto, perchè ogni sasso sotto il piede l’avrei sentito, eccome. Così pure si faceva sentire il calore della strada, sotto al sole; mi stava cuocendo la pianta del piede! Non posso rimproverare molto alle mie scarpe, le avevo pagate poco e quindi un cedimento del genere era contemplabile. Più che le condizioni ambientali avverse sono stati i chilometri percorsi a farle cedere.
Comunque, voglio cogliere l’occasione per sottolineare l’importanza delle calzature nell’esplorazione di luoghi abbandonati. Innanzitutto bisogna pensare a quello che, anche inavvertitamente, ci si può ritrovare a calpestare: vetri, cocci, chiodi, ferri arrugginiti, che possono causare tagli e ferite conficcandosi attraverso la suola. Una suola antiperforazione sarebbe l’ideale, o quantomeno uno scarpone con suola spessa. Anche se devo ammettere che è capitato anche a me di effettuare esplorazioni “impreviste” con semplici scarpe da ginnastica, nelle quali la prudenza e l’attenzione a dove mettevo i piedi sono state ancora maggiori. Anche una tomaia resistente è da preferire, basta pensare all’attraversmento di rovi o arbusti spinosi, cosa che avviene molto molto spesso durante le esplorazioni.
Oltre ai pericoli d’infortunio, ci sono tante cose che nessuno vorrebbe calpestare con le scarpe di tutti i giorni: guano (strati spessi anche qualche centimetro), sostanze chimiche di ogni tipo, oli, grasso, polveri ignote, ecc. che potrebbero sancire la fine di una scarpa normale, magari dalla suola bassa. E comunque non è bello risalire in auto con le scarpe impastate di robaccia o camminare per casa disseminandola di sostanze nocive.
Perciò consiglio scarpe antinfortunistiche, da mettere prima di iniziare un’esplorazione e da toglire subito dopo, chiudendole in un sacchetto in attesa della pulizia. Ora ne dovrò cercare un paio che faccia per me, se possibile più leggere e comode delle precedenti. Al prossimo aggiornamento…
