Acqua Minerale S. S.
Ottobre 2021.
Premessa
Devo ammettere che ho scoperto dell’esistenza di questo stabilimento abbandonato molto tardi. Non sapevo se avrei trovato ancora qualcosa da vedere data la zona tranquilla oppure niente, visto che l’attività chiuse i battenti già alla fine degli anni ’90.
Storia
L’acqua minerale che veniva imbottigliata qui era abbastanza famosa eppure l’azienda ha chiuso i battenti. On-line non sono riuscito a trovare il motivo. La fonte c’è ancora ed è protetta dall’unica costruzione rimasta manutenuta; anni fa, a sito già abbandonato, era stata riparata una perdita per evitare lo spreco dell’acqua e bloccato l’accesso alla sorgente. Lo stabilimento produceva anche gassosa, chinotto e aranciata come testimoniano le centinaia di etichette che ancora giacciono nei capannoni.
Esplorazione
Scendendo dalle piscine si accede molto semplicemente all’area abbandonata dello stabilimento. Mi trovo subito di fronte ad un edificio quasi completamente ricoperto di piante rampicanti; le finestre al primo piano sembrano occhi e il grande ingresso al piano terra sembra una bocca spalancata. A sinistra vedo la casupola che custodisce la sorgente, con una porta ben chiusa da un lucchetto nuovo. È l’unica cosa recente che incontrerò durante l’esplorazione. Entro nelle fauci dell’edificio, si tratta di un grande capannone con un paio di uffici di fianco all’ingresso.

Le pareti degli uffici sono coperte di muffa verde e tutti gli elementi metallici sono marroni per la ruggine. Il capannone è per lo più vuoto, fatta eccezione per un pezzo di macchinario dell’imbottigliamento, una specie di grosso ingranaggio che trasportava le bottiglie. A terra cumuli di tappi a vite e pigne di etichette dell’acqua, della gassosa e del chinotto.



Una scala mi porta al piano superiore, dove posso ammirare una bella architettura in cemento armato che sostiene il tetto su due differenti livelli, creando così un lucernario che illumina lo spazio lavorativo. Forse un lato di quest’area era usata come magazzino infatti trovo quello che rimane di vecchi pellet in un mare di tappi a vite e in un’altra stanza centinaia di tappi a corona ormai arrugginiti. L’altro lato ha le pareti in parte piastrellate, forse è dove fisicamente avveniva l’imbottigliamento e dove venivano messe in atto tutte le procedure per la sanificazione degli impianti. Ho trovato per terra infatti un foglio plastificato con alcune indicazioni: “Acido Nitrico LT 50 = KG 66 a freddo per 20 minuti – scaricare – risciacquare finché l’acqua è a PH 7″ ” DOPO LE BIBITE: SODA LIQUIDA LT 100 = KG 130 a 70° per 30 minuti – scaricare – risciacquare per 10 minuti” e altre procedure simili con l’uso anche del cloro. Sarebbe bello sapere come venivano poi scaricate queste sostanze anche se probabilmente non sono dannose per l’ambiente (spero). In uno stanzino ci sono ancora due grosse bombole, forse proprio dove venivano conservate queste sostanze che venivano fatte circolare negli impianti. Quest’area si affaccia su di un altro capannone sottostante, con tetto semicircolare in cemento. Ci sono dei basamenti quindi probabilmente qui c’erano dei macchinari per l’imbottigliamento, visto che anche le pareti sono piastrellate. In una stanza laterale e che si affaccia sul torrente sottostante ci sono ancora dei bancali di etichette: spuma bianca, aranciata, pompelmo, aranciata e anche ginger.


Sull’altro lato invece un altro capannone sempre con tetto semicircolare ma ancora più grande, probabilmente usato come magazzino del prodotto finito, ossia bottiglie pronte per essere portate via dai camion.
Torno nella parte frontale dello stabilimento e trovo degli uffici probabilmente dell’amministrazione, c’è anche uno sportello con divisorio in vetro forse per la consegna delle bolle o per il passaggio di documenti tra la parte produttiva e gli uffici. In una stanza c’è una poltroncina in vinile molto anni ’70 con sopra una bottiglia d’acqua chiusa e intatta! Anche sul pavimento, incredibilmente, visto che il pavimento è ricoperto da tutti i pezzi di intonaco caduti dal soffitto, ci sono delle bottiglie sane, chiuse, contenenti ancora l’acqua di più di vent’anni fa! Nelle altre stanze non c’è molto se non qualche sedia, dei telefoni e qualche brandello di documento a terra, in mezzo all’intonaco del soffitto e al parquet sollevato. Sulle pareti la carta da parati verde si affloscia su sé stessa. L’umidità in questo posto è incredibile, ci troviamo in fondo a una valle e a pochi metri da un torrente; l’intonaco è crollato da tutti i soffitti e anche da alcune pareti, lasciando scoperti i mattoni. Si può catalogare a tutti gli effetti questo luogo tra i “marcioni”, quelli dove gli agenti atmosferici e il tempo hanno causato la maggior parte del degrado. Effettivamente se non fosse così questo luogo sarebbe decisamente molto meno affascinante dato che i locali sono per lo più vuoti e tutti i macchinari asportati. Continuo ad esplorare varie stanze, alcune con pesanti carte da parati azzurre o verdi quasi completamente scollate dalle pareti, altre con mobili distrutti dall’umidità e crollati sotto il loro stesso peso. In un ufficio c’è quello che rimane di un mobile che contiene ancora dei raccoglitori di documenti, sembra che stia per collassare da un momento all’altro.




Finito di esplorare gli uffici a piano terra ritorno all’esterno per esplorare l’ultimo dei capannoni, che in realtà è più una tettoia in quanto ha una sola parete, in comune col capannone-magazzino delle bottiglie. Qui giace un vecchio camion Iveco che in realtà non c’entra con lo stabilimento, ma veniva usato dal Comune per spargere il sale anti-neve; infatti il camion ha ancora le catene montate sulle ruote posteriori e dei mucchi di sale nel cassone. Poco distante ci sono anche dei mucchi di sale forse più recenti e più lontano, nel piazzale, dei cassonetti per rifiuti. Il cattivo odore che si sente a distanza mi fa capire che probabilmente questo spazio viene tutt’ora utilizzato dal Comune per il deposito di materiali vari.
Ho concluso l’esplorazione e torno sui miei passi per tornare prima nell’area delle piscine e quindi in strada.
Conclusioni
Speravo onestamente di trovare qualcosa in più in questo stabilimento, magari qualche macchinario della catena di imbottigliamento. Invece gli ambienti sono tutti piuttosto vuoti. In compenso il tempo e la natura hanno degradato il luogo tanto da dargli il fascino del “marcio”. Ancora non comprendo come mai una fonte del genere abbia potuto chiudere i battenti. Mah!
Le foto qui presenti risalgono a Ottobre 2021.