Azienda Agricola B.
Novembre 2022.
Premessa
In quel giorno festivo e grigio in realtà il mio obiettivo primario era un altro luogo, ma giunto sul posto vidi delle persone che trafficavano al suo interno, quindi, tornato con mestizia all’auto cercai sulla mappa qualcos’altro di più o meno vicino. Fu così che provai a dirigermi verso questa azienda agricola che nell’ambiente Urbex veniva chiamata con un nome di fantasia che non c’entrava nulla.
Storia
Non sono riuscito a recuperare molte informazioni di questo luogo. Online ho trovato un necrologio del proprietario, che morì nel 1992. Degli abitanti dell’appartamento più “recente” presente nella cascina invece non ho alcuna notizia. Si sarebbe dovuto spulciare con calma tra foto e documenti, per trovare almeno un nome.
Esplorazione
Non conosco nemmeno le modalità di accesso, così inizio a camminare lungo il perimetro finchè non trovo un pertugio che conduce all’interno delle stalle. Da lì, facendo un po’ di zig-zag accedo alla corte interna e brevemente sono davanti alla porta spalancata di quella che era l’abitazione principale, quella più vecchia.
L’abitazione “vecchia”
Nell’ingresso si presenta una scala con ancora un pezzo di passatoia sui gradini, un soffitto a cassettoni decorato in blu e rosso e uno stemma con il logo riportante le iniziali della famiglia su un decoro in gesso. A piano terra trovo una camera da letto, parecchio in disordine probabilmente grazie al passaggio dei ladri e/o di pseudo esploratori. Dalla parte opposta del corridoio c’è un soggiorno con cucina a vista, un grande camino, un divano e due poltrone anni ’60. Sul frigorifero delle note “esploratrici” hanno lasciato la loro firma con un pennarello, complimenti. Attraversando la porta di fianco al camino si arriva in una sala da pranzo con mobili buffet, una poltrona ed un grande televisore. Anche qui c’è un gran disordine, purtroppo e parecchio buio. La giornata è grigia e le piante cresciute davanti alla finestra non lasciano entrare troppa luce. Su di un mobile ci sono numerose medicine, è chiaro che qui vivevano delle persone ormai anziane. Dopo la sala da pranzo c’è un’altra piccola cucina, lunga e stretta.
Ritorno all’ingresso e salgo al primo piano. Subito entro in una stanza con carta da parati e che ospita un box per bambini, una culla con all’interno un bambolotto (di sicuro piazzato ad arte da qualche arredatore), un seggiolone e appeso al muro un piccolo costume da Spider-Man. La luce soffusa che entra dalla finestra regala qui una bella atmosfera.
Fuori dalla stanza, nel corridoio c’è un attaccapanni con una giacca e un cappotto appesi, sempre grazie agli urbex-arredatori. In fondo al corridoio c’è un piccolo bagno dai muri scrostati. Nella camera attigua, oltre ad un letto singolo c’è un comò con specchiera con di fronte una poltrona anni ’60 o ’70. Sul comò ci sono un quadretto a tema religioso e dei vecchi documenti relativi a proprietà terriere.
Mi inoltro lungo il corridoio laterale e trovo altre grandi stanze forse usate come deposito. Ci sono finimenti da cavallo appesi ad un attaccapanni insieme ad un vecchio cappotto e numerosi “preti” ossia quelle strutture in legno che una volta si mettevano sotto alle lenzuola insieme alle “monache” (contenitori per braci e cenere) che scaldavano il letto prima di dormire. Poi, valigie, sedie, un vecchio quadro e quaderni di scuola.
Questa enorme zona notte non è ancora finita, infatti trovo altre due camere da letto matrimoniali. La prima è caratterizzata da una grande e bellissima specchiera con profumi, foto e santini sulla mensola in vetro. Ai lati della specchiera ci sono due comò uguali tra loro e davanti al letto una carrozzina per bambini. L’altra camera è un po’ più piccola e alle pareti sono appese diverse fotografie d’epoca. Confrontando la foto del necrologio penso di aver riconosciuto il padrone di casa da giovane. Anche qui non mancano santini e dipinti a tema religioso.
Ho terminato di esplorare questa parte dell’edificio. Scendo nel cortile a cercare l’altro appartamento.
L’appartamento ’70-‘80
La porta dell’appartamento è chiusa ma una finestra aperta evidentemente è già stata utilizzata svariate volte come ingresso. Una volta dentro, mi trovo in una camera da letto dove tutto, ma proprio tutto il contenuto degli armadi è stato sparso in giro, in particolare sul letto. Sulla parete c’è un grande poster che raffigura una spiaggia caraibica con le palme. I muri, dove non sono coperti da una carta da parati che grida “anni settanta”, sono imbiancati con tecnica buccia d’arancia a grana molto grossa, un’altra caratteristica tipica che oggi non si usa più molto. Sul pavimento c’è una moquette arancio-marrone e un pallone da basket giace curiosamente nel corridoio. Ad un certo punto sento dei rumori provenire da fuori, dal cortile, sento delle voci. Guardo dalla finestra e vedo due donne che si avvicinano alla casa. Mi paleso, prima di farle spaventare e ci presentiamo. Una ragazza, esploratrice, ha portato sua mamma a vedere questo luogo che lei aveva già visitato. Loro entrano nella casa “vecchia” mentre io proseguo nell’appartamento “moderno”. Trovo un piccolo bagno con muri decorati da grandi fiori anni ’70 con tonalità marroni e arancio. Anche qui, sullo specchio, le “esploratrici” hanno lasciato la loro firma con un rossetto sullo specchio e qualcuno ha tentato giustamente di cancellarla. Queste scritte le trovo una grave mancanza di rispetto verso il luogo abbandonato e verso chi, arrivando dopo di loro, si trova una situazione modificata e disturbante. Proseguo verso il salotto, una grande stanza con soffitto a volte e due grandi colonne al centro. Sembra la classica architettura delle stalle di questo periodo, probabilmente questo appartamento è stato ricavato da una ex-stalla. Le pareti sono coperte dalla già citata carta da parati e i protagonisti del locale sono un divano e due poltrone in velluto. Tutti gli oggetti, i documenti e le fotografie contenute nel mobile sotto la finestra sono stati sparsi sul pavimento.
Appoggiata ad un muro trovo una cornice con due foto di una ragazza vestita da sposa. Su una parete ci sono altre foto con la stessa ragazza durante il matrimonio e verosimilmente in viaggio di nozze in Africa, insieme al marito, in un safari con gli elefanti. Le foto sembrano provenire dalla fine degli anni ’80 – inizi anni ’90. In un altro album ci sono foto della stessa ragazza che ottiene pare una laurea. Il clou dei ricordi è però nel locale seguente, la cucina, dove una parete rivestita di perline è tappezzata di fotografie e disegni. Foto di scuola, di vacanze in spiaggia e sulla neve; una foto è stata persino scattata in quella casa stessa. C’è un ritratto di donna realizzato a matita, datato 1989. Nonostante ciò, qualcuno ha scritto con la bomboletta sul muro di fronte e ha rovistato spargendo sul pavimento tutto il contenuto dei mobili della cucina. C’è un’atmosfera piuttosto malinconica, non riesco a non chiedermi cosa sia successo a quella ragazza delle foto, come mai sia andata via lasciando qui tutti questi suoi ricordi. Chissà.
Trovo una scala che conduce a una specie di sotto tetto, piuttosto vuoto, a parte due vecchie biciclette impolverate.
La cascina
Ridiscendo ed esco in cortile. Sulla facciata della casa ci sono appese una specie di farfalla e una maschera che sembrano fatte in casa, tipo lavoretti scolastici. In mezzo al prato ci sono un vecchio passeggino giallo e una biciclettina da bambini con le rotelle.
Inizio a girare lungo i lati del grande cortile, so che ci dovrebbero essere due auto da qualche parte e ci terrei a trovarle. Mi imbatto in una stalla e in altri piccoli appartamenti in condizioni piuttosto fatiscenti. Sparsi qui e lì ci sono degli attrezzi agricoli arrugginiti e sotto il tetto di un fienile alcuni rimorchi da trattore. Arrivo alle stalle attraverso le quali ero entrato, vedo i due silos per i cereali all’esterno della cascina. Ritorno sui miei passi e riattraverso il cortile, mi faccio largo attraverso la vegetazione e trovo l’ingresso di un altro piccolo appartamento messo a soqquadro, dove qualcuno ha infilato la testa di una bambola in cima all’asta di un lampadario in vetro, che sembra una spina dorsale… creando una spaventosa creatura. Oltre ad un bagno azzurrino e a delle teiere avvolte dalle ragnatele su un davanzale non c’è nulla di interessante, quindi esco e proseguo la ricerca.
L’occhio mi cade su una grande porta vetrata dietro le piante; un pannello è mancante e dentro vedo le auto, bingo! La porta è chiusa e mi devo prodigare a scavalcare per passare nel buco. Finalmente sono dentro, una grande rimessa con un grande camino e che ospita una BMW serie 02, penso dei primi anni ’70 e una FIAT 500. Sembra che la BMW sia stata parzialmente smontata, evidente la mancanza del volante, ad esempio. Sul parabrezza della 500 c’è il bollo di circolazione dell’anno 1983.
Le pareti della rimessa sono curiosamente verniciate in una moltitudine di colori pastello come il verde, l’azzurro e il rosa e decorate con impronte di mani e disegni di occhi. Sul muro che ho di fronte è stato scritto:
“LA VITA È UN
SINGHIOZZAR PERENNE
AMARCI E DIRCI ADDIO
PER
SEMPRE”
Conclusioni
È stata un’esplorazione strana; nell’abitazione vecchia non ero tranquillissimo. Il posto è davvero isolato in mezzo al nulla e la giornata buia conferiva un’atmosfera tenebrosa. L’appartamento della ragazza mi ha trasmesso una grande tristezza, fatta di sogni spezzati e di ricordi violati, destinati all’oblio. Nei mesi (anni ormai) seguenti alla mia esplorazione ho saputo che il posto è stato pesantemente vandalizzato. Ho scoperto anche che c’era un ulteriore piccola abitazione da esplorare, ricca di oggetti e ricordi ma siccome il luogo è stato “sovraesposto” (per non dire spu**ana*o) per me ha perso il suo appeal e preferisco ricordarlo così come lo vedete nei miei scatti. Complimenti ai vandali ancora una volta.
Le foto qui presenti risalgono a Novembre 2022.