Centrale Elettrica di C.

Luglio 2018.

Esplorazione

Ormai potrebbe diventare un’abitudine quella di trovare casualmente dei luoghi abbandonati da esplorare durante le vacanze sulle isole della Grecia. Durante gli spostamenti in auto sull’isola di quest’anno, ho notato dietro alla vegetazione una parete rugginosa, la fiancata di una nave abbandonata; neanche a farlo apposta, poco più avanti un’invitante stradina scende verso il mare: due grossi serbatoi fatiscenti spiccano da dietro un cancello. Sì, sicuramente qui c’è qualcosa di interessante. Uno dei pomeriggi seguenti torniamo dalle spiagge, non troppo tardi, quindi decidiamo di dare un’occhiata da vicino. Parcheggiata l’auto in un luogo che non desse nell’occhio, ci avviciniamo all’ingresso. Attraverso il cancello vediamo che si tratta di una centrale elettrica: serbatoi di combustibile, tralicci nel cortile e un grande fabbricato fronte mare. Non è un posto grande ma ci ispira, così entriamo nell’area.

Centrale Elettrica abbandonata

Un primo fabbricato, che ospita anche la guardiola, risulta essere ben chiuso. Il corpo principale invece è completamente aperto e accessibile. Ci troviamo in un grande capannone, che doveva ospitare i generatori alimentati a nafta. E’ stato tutto smontato, rimangono solo dei pezzi di macchinari che giacciono a terra sopra alle buche di ispezione in cemento armato. Sul lato opposto al mare c’è una grande stanza che ospita degli armadi con grandi pannelli di comando, anch’essi svuotati; sulle pareti si notano le tracce di tutte le canaline passacavi che sono state rimosse. Su una parete campeggia una specie di “scultura” formata da pezzi di metallo, chiavi, cinghie e altri ricambi, che compongono un cerchio. A me ha subito ricordato un globo terrestre, seppur molto stilizzato.

Troviamo una scala che scende nel pavimento e che porta al piano seminterrato. La parte a monte è completamente vuota, il soffitto è colmo di staffe per il passaggio dei cavi, una sedia e una scrivania di legno sono le uniche cose che arredano questo locale. Una porta con oblò ci sbarra la strada d’accesso a un altro locale, che riusciamo solo a intravvedere. Torniamo in superficie e troviamo un’altra scala che scende nell’altra metà del seminterrato. Qui notiamo che il pavimento è completamente ricoperto da uno strato molto spesso di fango chiaro e secco. È tutto crepato, come quelle pianure desertiche del far west viste in molti film. La cosa più curiosa è che anche un grosso tavolo è ricoperto allo stesso modo. Abbiamo pensato che in occasione di qualche mareggiata l’acqua abbia portato dentro lo scantinato un mare di fango dall’esterno e qui si sia seccato. La luce del tramonto filtra dalle piccole finestre e illumina le pareti verniciate color porpora, una tinta tenue e slavata, sembra quasi di essere in un’antica villa greca, più che in una centrale elettrica. Nel seminterrato ci sono dei tavoli, una panca, un estintore, lampade, qualche secchio… niente di interessante ma nel complesso, grazie alla bella luce, è grazioso da fotografare. Un piccolo pipistrello viene a salutarci, questa è casa sua ormai; lo lasciamo alla sua privacy e risaliamo nel capannone.

Sulle pareti ci sono parecchi porta utensili per la manutenzione. Ovviamente gli attrezzi non ci sono più, ma gli operai hanno dipinto a mano tutte le sagome degli utensili sui pannelli, per poter riporre tutto in ordine. Esploriamo il grande ambiente, ci sono delle stanze laterali con banconi da lavoro, bidoni vuoti, qualche sedia rovesciata. Una corta scaletta scende in una stanza che doveva essere lo spogliatoio degli operai; in mezzo agli stracci sul pavimento c’è il rottame di una piccola ruspa giocattolo. Torniamo nel capannone, c’è ancora il carroponte con il telecomando a filo che penzola dal soffito, una cuffia per proteggersi dal rumore e a terra decine di bollette della compagnia elettrica. Il grosso portone è aperto, usciamo di fronte ai 2 grandi serbatoi che fotografiamo prima di uscire dall’area.

Camminando alla sinistra della centrale, in direzione del mare, raggiungiamo un molo dove vi è attraccata una piccola nave abbandonata, decisamente in cattive condizioni. Sulla banchina ci sono diverse imbarcazioni abbandonate, sia a vela che a motore, tenute in piedi da cavalletti o improvvisati pali di legno. La luce del tramonto e la centrale elettrica abbandonata sullo sfondo meritano qualche scatto, che chiudono degnamente questa inaspettata esplorazione.

Conclusioni

Trovare inaspettatamente un luogo abbandonato da poter esplorare è sempre una cosa positiva! Sicuramente questa centrale elettrica non è niente di memorabile, piccola e vuota, ma come si dice, a caval donato…
Sicuramente non vale un viaggio appositamente, ma se siete già qui per il mare, il cibo e la natura… è d’obbligo.