Santuario G.

Settembre 2021.

Premessa

Quella giornata era partita con la non troppo soddisfacente esplorazione al Castello F. ed era proseguita con un tentativo fallito di ingresso in una villa e altre verifiche. A quel punto non ebbi troppi dubbi sul luogo da raggiungere per avere qualche possibilità di effettuare un’esplorazione degna di tal nome. Mi metto in viaggio alla volta del Santuario, sperando di trovare ancora degli ingressi praticabili, dato che avevo letto che a seguito dei ripetuti vandalismi tutti gli accessi erano stati murati.

Storia

Un Santuario nato negli anni ’50, ricco di opere d’arte moderna che negli anni 2000 è stato chiuso e abbandonato in quanto difficilmente raggiungibile e non più al passo con i tempi e le norme di sicurezza.

Esplorazione

Arrivo nel paesino dove parte il sentiero che si arrampica in mezzo agli alberi e sale fino al Santuario. Passo vicino alla stazione di arrivo della vecchia teleferica e attraverso un portale che segna l’inizio della Via Crucis che sale al luogo di culto. Da quello che ho letto viene tutt’ora percorsa in occasione della Pasqua per poi celebrare la messa nella chiesa del Santuario. Insomma, non so bene cosa aspettarmi in cima. La salita è ripida, la giornata è calda, è ancora estate e per fortuna vengo riparato dal sole dagli alberi del bosco. Arrivato al penultimo tornante vedo un sentiero che taglia in direzione del fabbricato, che inizia a intravedersi tra le foglie. Mi trovo direttamente sotto alle balconate con i divisori in vetrocemento. Riesco a trovare un accesso abbastanza agevole e mi trovo all’interno.
Sono in una delle tante stanze riservate agli ospiti, che si affaccia su un lungo corridoio. Mi accorgo subito dello stato del luogo: devastato e imbrattato dai vandali. Disegni e inutili scritte sui muri, finestre infrante, sanitari spaccati. Affacciandomi a una finestra dall’altra parte del corridoio vedo il cortile interno. La facciata imbrattata, il giardino sottostante pieno di oggetti gettati dalle finestre, sedie, letti, qualsiasi cosa. Il mio pensiero va subito alle foto che un altro membro di Lost Italy aveva scattato qui nel lontano (lontano?) 2011, dove era ancora tutto in ordine e perfettamente funzionante; se solo fossi passato prima dei bimbiminkia…! Cerco di mettere da parte i pensieri negativi e inizio ad esplorare e fotografare.

Nonostante lo sfacelo le stanze conservano ancora un certo fascino, con i letti, le sedie e le tendine alle finestre. Gli arredi erano composti da letti singoli e brandine pieghevoli che diventano delle poltroncine. Le federe richiamano le tende, con lo stesso decoro di foglie d’ulivo. Ogni stanza aveva un inginocchiatoio per pregare e un lavandino, i servizi igienici erano invece in comune lungo i corridoi. Sull’interno delle porte ci sono delle targhette a memoria dei vari benefattori che probabilmente avevano elargito delle elemosine a favore della costruzione del Santuario. Ci sono due piani di camere quasi tutte uguali; in una di queste trovo ancora quello che resta di una libreria in legno con vetrine. Salendo la scala dal secondo piano arrivo sul tetto, o per meglio dire sul terrazzo. Un enorme terrazzo con copertura che corre lungo tutto l’edificio curvo in cui mi trovo. Negli anni passati doveva essere un posto strepitoso dove trovarsi, con una vista magnifica sulle valli sottostanti. Oggi gli alberi sono cresciuti al punto da isolare e nascondere questo grande edificio dal paese sottostante. Camminando fino in fondo al lungo terrazzo ci si trova davanti ad uno degli ingressi della chiesa del Santuario. La porta sembra saldata, inamovibile e vedo che anche il grande lucernario è stato murato. Sono costretto a tornare indietro e ridiscendere nel dormitorio. Esploro il corridoio che ancora non ho visto con le rispettive stanze. Nulla di nuovo, materassi più o meno sudici, reti e letti, lavandini fracassati, inginocchiatoi e sedie. Nel corridoio ci sono degli armadi a muro, alcuni numerati e con delle etichette riportanti i nomi dei religiosi che albergavano qui, tra cui vedo molti nomi spagnoli o sudamericani. Ci sono cuscini, coperte e a terra trovo anche cumuli di libri di preghiere stampati appositamente per il Santuario. Trovo anche delle pagine di riviste degli anni ’50 con pubblicità decisamente retrò.
Terminata l’esplorazione della sezione dormitorio, raggiungo le cucine. Qui i vandalismi sono molto più evidenti, le solite bestie si sono divertite a spaccare piatti e stoviglie e a imbrattare muri e attrezzature. Non può mancare anche una bella svastica dipinta con lo spray viola: dove può arrivare l’ignoranza? È difficile riuscire ad estraniarsi dallo sfacelo e cercare di cogliere le tracce del passato rimaste in questi locali. Per fortuna qualcosa c’è ancora, come delle buste per la preparazione del Pudding e altre salse o riviste di cucina con ricette di piatti a base di funghi. Sugli armadietti e sui cassetti ci sono delle etichette scritte in spagnolo tipo “Mermeladas”, “Azucar Y Sal”, confermando la mia idea che il santuario ospitasse principalmente religiosi di lingua spagnola (prima della chiusura).

Di fianco alle cucine, il refettorio. Qui davvero piange il cuore. Ho visto le foto con tutti i tavoli e le sedie appoggiate sopra, in ordine. In mezzo alla stanza un pulpito dove probabilmente saliva prima dei pasti un religioso a recitare una preghiera per i commensali. Adesso regna la devastazione più becera e inutile. Muri pasticciati con anche delle “belle” bestemmie, tavoli ribaltati, sedie spaccate, finestre rotte. Un locale assolutamente particolare che sarebbe stato bello poter fotografare in condizioni decenti. Lancio insulti e improperi a ripetizione verso gli autori della devastazione e i loro parenti più stretti mentre fotografo con dolore quello che rimane. Dal refettorio parte un corridoio in direzione della chiesa ma anche qui l’accesso è stato murato. Sembra che sia stato murato anche l’accesso alla scala della palazzina del refettorio, quella rivestita di legno. Esco allora nel giardino e inizio a girare intorno all’edificio, rendendomi conto che non ci sono altri accessi e che quindi non c’è modo di salire ai piani superiori.
Mi ritrovo quindi di fianco alla chiesa e vedo che le finestre sono state sigillate con delle lastre di metallo ben saldate alle sbarre. Una scala che scende sottoterra porta ad un locale caldaia ma non è assolutamente comunicante con l’interno dell’edificio. Continuo a girare intorno alla chiesa fino ad arrivare all’ingresso principale: si tratta di un portone molto massiccio in legno e metallo con un catenaccio chiuso dal lucchetto più grande che abbia mai visto. Hanno decisamente fatto un ottimo lavoro per impedire accessi non graditi alla chiesa. Da una parte mi spiace perché dalle foto storiche che ho visto è molto bella, ma dall’altra è meglio così perché i vandali l’avrebbero devastata certamente.

Al termine del giro mi ritrovo di nuovo nelle cucine, scendo una scala che prima avevo saltato e mi trovo in alcuni locali a uso dispensa dove ci sono dei contenitori per farine e cereali, tritacarne, scaffali, un grande frigorifero anni ’60 e un congelatore a pozzo. Esco di nuovo dalle cucine e mi metto a pensare a come poter accedere ai piani superiori.
Ci sono delle finestre aperte al primo piano, ma come raggiungerle? Inizio a raccattare una sedia e un tavolino ma sono assolutamente troppo instabili e insicuri per arrampicarsi. Alla fine l’idea: sfruttare la distruzione dei bimbiminkia a mio vantaggio. Scendo nel giardino centrale e raggiungo la struttura di un letto che è stata gettata giù da una finestra del dormitorio. Provo a sollevarla, non è troppo pesante, è fattibile spostarla. Trascino il letto fino sotto alla finestra e la metto in piedi appoggiandola al muro. Sotto al letto ci sono tre traverse metalliche perfette come pioli di una scala… un leggero sforzo con le braccia e sono finalmente dentro!
Anche qui trovo subito una camera da letto ma diversa da quelle del dormitorio, forse ci alloggiava qualcuno più alto in grado, come dire. C’è un armadio contenente lenzuola ma anche una specie di pellicciotto. Insieme a bicchieri, tazzine e caffettiere, documenti fiscali, giradischi e un mare di cartoline sul pavimento. C’è anche una scrivania di metallo con un’antenna TV, un cassetto pieno di posate e una boccetta di profumo da donna (!?). Lungo il corridoio ci sono dei bagni più grandi, con piastrelle rivestite da una specie di pellicola rosso scuro e dotati di vasca da bagno. Trovo anche una piccola cucina prima di quello che era il soggiorno. Difficile sbagliarsi qui perché c’è un cartello su piedistallo che indica proprio “soggiorno”. Capisco che questa parte del Santuario era quella dedicata agli spazi comuni, spazi di incontro dove i religiosi trascorrevano insieme il tempo non dedicato alla preghiera. È una grande stanza, purtroppo ormai vuota, dove il protagonista è un grande camino in pietra. A fianco, una specie di reception, ossia una scrivania dietro la quale c’è un portachiavi come quelli degli alberghi, con tutti i numeri delle stanze; probabilmente qui venivano gestite le assegnazioni delle camere ai religiosi.

Nello stesso piccolo locale arrivava il montacarichi che partiva dalla cucina sottostante e una stanzina insonorizzata che conteneva un telefono “pubblico” con il quale gli ospiti potevano chiamare all’esterno. Anche qui una porta murata che molto probabilmente conduceva alla scala che saliva dal refettorio. Dalla parte opposta della reception, dal soggiorno si accede alla biblioteca. Purtroppo i vandali hanno distrutto le porte a vetri dell’ingresso e creato un po’ di caos ma si intuisce come doveva essere originariamente la situazione. Ci sono degli scaffali di metallo verdino pieni di libri a tema religioso. Ci sono anche riviste religiose, libri di canti, ma anche giornali come un Newsweek del 1971. Alcuni libri tutti uguali e affiancati su una mensola sono tutti ammuffiti.

Di fronte ad essi trovo delle specie di blocchetti di legno con sopra delle immagini stampate e sporchi di inchiostro sui lati; forse servivano per stampare le fotografie sulla carta per qualche pubblicazione a uso interno. Una di queste foto sembra ritrarre lo svolgersi di una processione religiosa. Una scala di metallo con dei curiosi gradini triangolari blu conduce al piano superiore dove oltre ad altri scaffali con libri religiosi ci sono scatoloni e scatoloni di cartoline nuove relative al Santuario. Ci sono cartoline con foto delle camere, del giardino con la fontana, della cappella esterna… il Santuario doveva essere parecchio pubblicizzato negli anni d’oro.

Una porta, sfondata, conduce ad un corridoio. Questo è l’unico passaggio esistente che bypassa la scala murata per poter arrivare ai piani superiori. Su questo corridoio si affacciano delle grandi stanze usate probabilmente come sale riunioni e/o cinema. Si notano i buchi nelle pareti per il cineproiettore, poi un piccolo palco dove probabilmente si metteva chi doveva parlare al pubblico, una lavagna e decine di sedie da riunione ammucchiate.
In fondo al corridoio, prima dei bagni che servivano questo piano, trovo un mobile in legno tutto intarsiato tipo console/specchiera, con dei ganci laterali usati forse per appendere dei cappelli. Questo mobile rimane ai piedi di una scala dalle pareti verdi che crea una luce e un’atmosfera molto particolare. A sinistra del mobile un altro accesso alla chiesa, completamente murato.
Salgo la scala, arrivo nel sottotetto, la parte più alta di tutto il Santuario e qui trovo altre stanze; alcune sono usate come deposito per mobili come inginocchiatoi ma anche per vecchi televisori, giradischi, mangiadischi, cartucce Stereo8, pellicole fotografiche… insomma tutto quello che di multimediale c’era disponibile all’epoca.

Avanzando lungo un corridoio incontro una porta, aperta, con davanti un cartello uguale a quello trovato nel soggiorno, ma con la dicitura “Passaggio Riservato”. Non so se questo cartello era stato originariamente pensato per stare qui, comunque oltrepassando la porta trovo altre stanze contenenti quattro letti ciascuna e due lavandini. I letti sono chiusi singolarmente da una tenda per la luce e la privacy, se di privacy si poteva parlare. I bagni sono sempre in comune e in corridoio, molto piccoli e intimi, con il soffitto che si abbassa seguendo la forma del tetto.

Non mi resta altro che ridiscendere facendo la strada al contrario, quando ecco che sento un rumore inconfondibile di passi sulle foglie arrivare dal basso. Qualcuno è senz’altro passato davanti al punto in cui sono entrato. Spero non si tratti di un custode o simile, mentre scendo di gran lena ripercorrendo la strada al contrario fino a tornare alla stanza in cui ero entrato dalla finestra. Mi sporgo, non c’è nessuno e la mia scala improvvisata è ancora al suo posto. Mi calo giù dalla finestra e mi allontano velocemente in direzione della chiesa.
La vegetazione è cresciuta in modo incontrollato coprendo i passaggi che si snodano nel bosco; seguendo le ringhiere arrivo a delle panchine dove mi riposo un po’ bevendo e mangiando qualcosa. Proseguo lungo un sentiero e trovo una grande croce su di una specie di altare/palco, di fronte ad una gradinata in mezzo agli alberi. È una croce traslucida azzurra e bianca, molto probabilmente si illuminava internamente risultando visibile da tutta la valle sottostante durante la notte. Alla base della croce c’è una madonnina in un vaso con dei fiori ormai secchi.

Proseguo lungo il sentiero che cammina lungo il fianco della montagna; dietro ad una curva c’è un piccolo ruscello che scende tra le rocce, con un ponticello di cemento che permette di scavalcarlo. In alto, di fianco al corso d’acqua, in una cavità della roccia c’è una statua raffigurante la Madonna. Dalla montagna scende un’aria piuttosto fresca che rende molto piacevole la sosta sul ponticello; è un angolo davvero suggestivo e che si è conservato splendidamente. Forse grazie anche ai fedeli che vengono qui di tanto in tanto, come testimonia un lumino a batterie acceso vicino al sentiero.

Dopo questa pausa corroborante, torno verso il Santuario ma seguendo un altro sentiero, lungo il quale incontro una cabina di trasformazione elettrica abbandonata, forse era quella che serviva l’edificio religioso stesso. Proseguendo e scendendo sotto al Santuario trovo la stazione di arrivo della teleferica con ancora la cabina appesa al cavo, in posizione di arrivo. Purtroppo anche qui qualcuno non aveva altro di meglio da fare che pasticciarla, comunque rimane lo stesso molto suggestiva. Dentro ci sono due piccoli sedili a ribalta ed esternamente alla cabina ci sono due grossi cassoni porta oggetti. La funivia serviva per portare al Santuario le provviste dal paese a valle e le persone più anziane per le quali la Via Crucis sarebbe stata troppo faticosa da percorrere a piedi. Non l’ho specificato, ma non c’è una strada carrozzabile che sale fino a qui.

Nella stazione di arrivo ci sono ancora tutti i meccanismi della funivia e il posto di comando per l’operatore. Il motore, le grandi ruote e gli ingranaggi sono molto belli così come le leve di comando e un avviso scritto a stencil su di un’asse di legno: “FRENO DI EMERGENZA TIRARE SOLO.IN.DISCESA”.

Dopo parecchie foto anche qui, esco e risalgo verso il giardino di fronte al Santuario. Qui c’è’ una fontana a forma di stella, ormai piena di piante. L’acqua in uscita veniva convogliata in un piccolo canale che scendeva lungo il pendio. Giro un po’ per il giardino poi trovo un ingresso per gli scantinati del dormitorio. Qui si trovano i macchinari della lavanderia, degli utensili come una sega circolare a banco, un calcetto e molte masserizie varie. Anche qui sotto arriva un montacarichi che veniva usato per trasportare la biancheria sporca e pulita tra i piani delle camere e la lavanderia. Purtroppo gli ambienti sono molto bui e in totale confusione, così dopo pochi minuti esco nuovamente all’aperto e seguo il canale della fontana, scendendo tramite una scalinata che vi corre di fianco.
Altro stupore quando arrivo ad un grande terrazzo panoramico (anche se ormai circondato dagli alberi) dove al centro spicca la cappella dedicata allo spirito santo. Si tratta di una scultura piuttosto moderna formata da quattro archi in cemento e completamente rivestita sia all’interno che all’esterno da un mosaico di piastrelline colorate e dorate. Alla base della scultura una vasca raccoglieva l’acqua in discesa dalla fontana soprastante. Mentre all’esterno il rivestimento è più che altro scuro, all’interno è chiaro, tendente al giallo e all’oro.

Purtroppo la scultura è ricoperta da parecchio muschio e la fontana alla base è piena di foglie secche, ma è comunque ancora in buono stato e miracolosamente non ancora pasticciata.

In un angolo del parapetto che contornava questo punto panoramico c’è una alta asta portabandiera, ormai affogata in mezzo ai rami degli alberi. Per fortuna ci sono parecchie immagini d’epoca, anche sulle cartoline che si trovano nel Santuario, per poter apprezzare la bellezza di questo luogo nei suoi anni d’oro.
Ormai sono molto stanco e anche se ci sarebbe qualche altro monumento da cercare nel bosco, decido di iniziare a tornare a valle. Passo sotto alla funivia e ripercorro la Via Crucis fino ad arrivare alla stazione a valle, che è vicino alle case del paese.

Ho messo insieme qualche piccolo video che ho girato durante l’esplorazione:

Conclusioni

La sensazione principale dopo questa esplorazione è il rimpianto, perché conoscevo questo luogo da diversi anni e non ci sono mai andato prima. Rimpianto perché nel frattempo è stato pesantemente rovinato dai vandali, ma in questo caso ancora maggiore perché so che pochi anni fa il luogo era in condizioni quasi perfette. Comunque è stata una bella esplorazione, con anche delle sorprese, ad esempio non sapevo dell’esistenza della biblioteca e pur sapendo della funivia, non l’avevo mai vista in foto o video. Vedo in questi giorni che questo posto è tornato in auge e che purtroppo i vandalismi sono proseguiti dopo la mia visita: sempre più scarabocchi, sempre più danni. Ho visto persino un video di due persone che lo girano di notte (non so e non voglio sapere il motivo) e fanno un brutto incontro con un personaggio che vi stava dormendo e che non reagisce molto bene. Che dire, addio Santuario.

Le foto qui presenti risalgono a Settembre 2021.