Villaggio dei Minatori
Giugno 2017.
Eccomi a scrivere di un’altra esplorazione inaspettata, durante una vacanza al mare in Grecia.
Durante la nostra visita, girovagando tra una spiaggia e l’altra con lo scooter, ci siamo avventurati a nord-est, la zona più selvaggia e impervia. La strada diventa sterrata e sempre più sassosa e ci accorgiamo che questa zona è usata come discarica… infatti a bordo strada ci sono cumuli di macerie edili, mobili, sacchi, buttati anche nelle scarpate. Dopo qualche curva ecco che compare sul crinale lo spettrale villaggio minerario, sovrastato dall’immancabile chiesetta dal tetto rosso. Dato che il cielo si è annuvolato e che abbiamo appena mangiato, abbiamo tempo per dare un’occhiata prima del bagno. Parcheggiamo lo scooter a bordo strada ed entriamo. Le case sono piccole, un locale cucina e una o massimo due stanze. All’interno si sono salvati alcuni sanitari, le cucine in muratura e in un caso il telaio di una specie di armadio a muro.
Le pareti hanno tutte colori pastello, soprattutto verde e azzurro. In ogni casa sono stati realizzati dei graffiti sui muri, che per una volta posso dire di aver tollerato, in quanto non sono le solite scritte ma quasi dei quadri di arte moderna.
Sono stati introdotti anche elementi di arredo completamente fuori contesto, come una poltrona in rattan, una in velluto, divano in plastica da esterni, ecc. Anche in questo posto abbiamo trovato gli immancabili peluches dell’abbandono…
Poi c’è un fabbricato che nasconde una “collezione” di motorini e motociclette, buttate alla rinfusa tra balle di fieno e ruote in legno per carri. Non mi intendo di moto ma direi che si va da moto anni ’70-’80 a scooter degli anni ’90. Tutte in pessimo stato, alcune cannibalizzate di ruote, motore, ridotte al nudo telaio o comunque tutte rovinate da ruggine, salsedine e dal tempo che passa.
C’è anche una rimessa con 4 grandi portoni, che secondo me veniva usata per i mezzi pesanti, chiusa e riempita di mobili accatastati e altre masserizie. A valle del villaggio, scendendo verso il mare, c’è il rudere di quello che penso fosse la laveria e ancora più in basso (ma non siamo scesi a vedere) una galleria con il nastro trasportatore all’imbocco per la raccolta del materiale estratto.
Il fascino della location (sembra di essere in Arizona, mare a parte) ha sopperito alla vuotezza dei locali. La cosa più caruccia è stata trovare il deposito di moto abbandonate. Tutto sommato un’esplorazione piacevole, tranquilla quanto inaspettata.
Le foto qui presenti risalgono a Giugno 2017.