Ditta I. F.

Settembre 2016.

Esplorazione

Questa fu la seconda esplorazione effettuata in quel giorno memorabile, quando con un gruppetto di membri di Lost Italy (ma non solo) potei visitare un enorme cotonificio prima e questa storica fabbrica poi.
Tanto furono la gloria e il successo di questo stabilimento quanto profondo il degrado in cui l’abbiamo trovata immersa nel 2016, dopo circa 30 anni dalla chiusura dei suoi battenti.
In realtà non sono i vandalismi e i graffiti i principali segni di passaggio qui, quanto le tracce recenti di attività criminali come scippi, furti di mezzi a motore e bivacchi clandestini.
Fortunatamente qui non abbiamo fatto alcun incontro e abbiamo potuto esplorare i fabbricati in relativa tranquillità.

Gli ambienti sono per lo più capannoni, alcuni con un’architettura piuttosto vecchia e affascinante, dato che lo stabilimento nasce nella prima metà del XX secolo. Purtroppo non è rimasto molto della produzione, nessun macchinario, pochi segni dal passato, tra cui i cartelli per la sicurezza sul lavoro.
La vegetazione è diventata protagonista dato che la vegetazione esterna ai fabbricati è cresciuta a dismisura inglobando e insinuandosi tra le strutture in muratura; una volta crollate le coperture degli edifici, le piante hanno iniziato anche a crescere sui pavimenti sconnessi.

Anche in questa occasione, pur essendo vicini al centro di una grande cittadina di provincia, mi sembrava di essere in un luogo lontano chilometri dalla civiltà. Le dimensioni, la vegetazione, gli alti muri di confine, tutto contribuisce alla sensazione di trovarsi in un’altra dimensione.
La grandezza del posto ci permette di sparpagliarci in modo da non interferire troppo l’uno con l’altro e quindi anche di trovare dei momenti di intimità con l’abbandono.
Il pomeriggio volge presto al termine, sono stanco morto data la giornata esplorativamente molto molto ricca e intensa ma anche davvero felice per averla trascorsa con vecchi e nuovi compagni di avventure.

Conclusioni

Un luogo un po’ vuoto ma dalle belle architetture. Uno dei primi abbandoni censiti da Lost Italy e che mi aveva da sempre attirato. Il fascino della storia della fabbrica si somma a quello della natura in riconquista dei suoi spazi. Peccato che la zona circostante e le frequentazioni l’abbiano reso un luogo a mio avviso un po’ pericoloso da esplorare in solitaria. È notizia di questi ultimi mesi che l’area è stata acquistata e c’è un progetto per la riconversione in campus per studenti.

Le foto qui presenti risalgono a Settembre 2016.